Trame

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foto locandina: © Laura Albano

Da cosa dipendono le rughe? Le pubblicità di cosmetici e le rubriche di bellezza sulle riviste femminili ci offrono spiegazioni   in gergo pseudotecnico-scientifico, chiamando in causa radicali liberi, nanoparticelle e altri inquietanti protagonisti.

Noi preferiamo decisamente quest’altra versione,  scritta da Cinzia Marini per “Un’Altra Donna”.

C’è una ruga che parte dalla mia tempia e termina sotto l’occhio destro. Esita, vacillando lievemente, incerta su dove vuole arrivare. È la strada che percorremmo un giorno in Provenza, quando si era fatto tardi ed avevamo fame e voglia di fare l’amore e non si trovava un albergo, e questa strada continuava tra i campi di lavanda e io sudavo e tu non ti perdevi d’animo, e infine arrivammo.

Poi c’è una ruga, piccola ma profonda, tra le sopracciglia. Breve come la telefonata che veniva da lontano a farmi piangere, come la notte passata ad aspettare notizie, come un’inutile preghiera.

Ci sono due rughe sottili agli angoli della mia bocca. Quelle sono le risate convulse tra i banchi di scuola, all’ultima ora del venerdì, o ai funerali, quando non si dovrebbe ridere ma non si riesce a smettere, o nella penombra di un cinema, o le risate per i comici di piazza nelle sere morbide d’estate quando avevamo un po’ bevuto.

Il ventaglio di segni intorno ai miei occhi, invece, sono giornate di sole accecante sul mare, gite in barca tra le isole greche col salmastro che brucia la pelle e vino bianco nei calici verdi e parole leggere come il vento. E svolte improvvise, pianti immotivati, litigi, letture notturne fino alle ore piccole senza poter posare il libro, sorprese, delusioni, innamoramenti.

Le rughe sulla mia fronte sono come le onde del mare, come l’orizzonte di colline del mio paese, come i capelli di mia figlia quando si scioglie le trecce. Sono la mia storia e la nostra,  si intrecciano ad altre rughe nella rete infinita di attese e ricordi che mi rende ciò che sono.

3 Pensieri su &Idquo;Trame

  1. La dovrei mandare alla mia amica che si fa le bottarelle di Botox a volte. Per piacersi di più, volersi più bene. Io questo lo capisco, ma non approvo il mezzo. Volersi bene dall’eserno non arriva all’interno, il contrario si. Ma spiegaglielo.

  2. Eh, non è facile. Siamo indotte a pensare che tutto si svolga in superficie, e a rincorrere risultati necessariamente effimeri. Ma a quel punto meglio una serie di massaggi al viso, probabilmente portano molti più benefici.

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