Violenze verbali

Come le immagini,  le parole costruiscono la realtà:  la scelta nel loro utilizzo non è mai neutra e, da parte dei media, questo comporta precise responsabilità.

Del cattivo modo in cui spesso sono “notiziati” i femminicidi e la violenza sulle donne si è già parlato in questo blog, e se ne parla da tempo in rete.

L’Ordine dei Giornalisti del Trentino ha da poco preso una chiara e attiva posizione in merito,  scrivendo una eloquente nota ai direttori e direttrici delle testate ed emittenti  del Trentino-Alto Adige/Südtirol.

Oltre ad un linguaggio rispettoso e non discriminante, è necessario però un cambio di paradigma su altre modalità, attinenti alla stessa sfera di pregiudizi ma che vanno a scavare più nel profondo.  Ne vediamo un esempio in un caso recente di cronaca, raccontato in un modo da Repubblica e riproposto da Michela Murgia in altra versione, depurata da luoghi comuni e pericolose semplificazioni (aggiungerei soltanto che l’indicazione non casuale della provenienza geografica nel caso di un colpevole non italiano è una vecchia cattiva abitudine: prima dell’arrivo degli immigrati era usata con i meridionali).

in foto: installazione a cura di Isanna Generali e Libere Tutte

29 Pensieri su &Idquo;Violenze verbali

  1. la provenienza geografica è una notizia che deve per verità giornalistica essere riportata, è il termine femminicidio, pensa che vada sostituito col termine omicidio, sul discorso della gelosia e per mettere una motivazione al’ omicidio, e viene usato il termine raptus perché non sembra un atto premeditato.

  2. La provenienza geografica non ha nessuna rilevanza ai fini della descrizione del crimine, quindi non vedo perchè debba venire riportata. Il termine “raptus” poi non ha nessuna validità medica o scientifica. Già il fatto poi che ci si avventuri immediatamente in comode spiegazioni delle motivazioni di un gesto mi sembra giornalisticamente ed eticamente poco serio. La verità giornalistica dovrebbe basarsi, a mio avviso, anche su un approccio più cauto e serio a quelle che possono essere le cause. Ma certamente le notizie “neutre” non vendono, e questa pare essere purtroppo la sola verità giornalistica che conta.

  3. se è così allora specifichiamo anche quando il colpevole è italiano, e la regione non solo se è a Sud di Roma.
    Comunque la “verità giornalistica” non esiste…esiste una scelta tra i dati che si hanno a disposizione.

      • Il termine femminicidio si usa quando si parla di uccisioni le cui vittime sono donne “in quanto tali”. Lo sono, ad esempio, i casi in cui una donna lascia il proprio compagno e questi la uccide. Se, ad esempio, una poliziotta viene uccisa in servizio, o una donna uccisa durante una rapina, non si può parlare solo di femminicidio perché il genere della vittima non è la causa per cui è stata uccisa.
        “Si parla infatti di femmicidio e femminicidio per evidenziare come le forme più estreme di violenza contro le donne derivino dall’accettazione, da parte delle Istituzioni sociali e in generale dall’opinione pubblica, di una cultura patriarcale che svalorizza il ruolo della donna e non ne riconosce la dignità di Persona, né ne garantisce il godimento pieno ed effettivo dei diritti fondamentali” (Barbara Spinelli)

      • ok ladymismagius ma bisogna vedere se nei bollettini di guerra che fanno le femministe su internet ci sono anche le donne uccise durante rapine o altri atti violenti non definibili femminicidio.

    • sono davvero grato a ladymismagius perché mi ha chiarito perfettamente l’uso del termine femminicidio. sottovalutavo la distinzione… ma formalmente è già un termine di reato o no?

  4. certo che è importante sapere la nazionalità dell’ assassino, è una informazione fondamentale , voglio dire in tutti i paesi del mondo quando succede un crimine viene specificato se il criminale e di quel paese o straniero,quindi il discorso sul fatto che io sia meridionale non conta, dicevi arte sul raputs http://it.wikipedia.org/wiki/Raptus se mai non deve essere un giornalista a deciderlo , poi usano la gelosia perché non trovano una motivazione decidono di usare questo termine nel articolo, poi scusate a voi non sarebbe piaciuto se il gironalista avesse usato il termine gelosia neanche se l’ assassino avrebbe trovato a letto la moglie con un altro, non che questo lo giustifichi ci mancherebbe ma era per specificare.

  5. Alessio, i criteri diagnostici non si basano su wikipedia ma su manuali come il DSM, e lì si parla di psicosi e non di raptus. Comunque, trattandosi appunto di diagnosi, queste sono compito di uno specialista in psichiatria e richiedono una perizia psichiatrica che un giornalista non è ovviamente in grado di fare. Eppure si parla e si scrive di raptus, da subito.
    Quanto alla gelosia, nell’esempio che fai il giornalista dovrebbe limitarsi a riportare i fatti: che uno/a scopra la moglie/il marito a letto con un altro/a non significa automaticamente nè che sia geloso/a, nè che diventi incapace di intendere e di volere, e ti dirò, tantomeno che sia colpevole, finchè un tribunale non lo avrà giudicato. Non sta al giornalista trovare nessuna motivazione, sta al lettore critico farsi un’opinione in base ai fatti.

  6. non so se la nuda cronaca abbia un senso giornalistico, quello che annoto è che finalmente qualcosa di formale accade… e ci voleva l’ordine dei giornalisti del trentino alto adige… strano che nessun’altro affiliato ci abbia pensato prima.

    • ma su fb parlavo di società e il discorso era più articolato infatti dicevo che anche nelle società perfetta i delinquenti ci sono lo stesso, ed ammetterai che in molti altri paesi le donne se la possono molto peggio di qui.

      • è un’affermazione generalista, contiene espressioni che di per sé significano poco, come “molti altri paesi”…(quali? quanti?) “se la passano molto peggio”….(cosa vuol dire?)

        cmq ora esco, a risentirci, grazie del dibattito.

      • Mah. I dati (la classifica del Gender Gap del World Economic Forum) dicono che l’Italia è al 74esimo posto (su 134 paesi del mondo). Per chi non lo sapesse si parla dei dati che misurano il divario di genere in termini di opportunità. Ci precedono ampiamente paesi del cosiddetto “terzo mondo”, come il Botswana e il Mozambico, nonchè paesi di tradizione islamica come l’Arabia Saudita. (Anche) per questo, attenzione alle generalizzazioni.

  7. Io penso che sia anche una questione di tempi, di maturazione della notizia. Un accadimento inizialmente si riporta come tale: cosa è successo, a quanto sappiamo? Si riporta quello che si sa essere successo. In seguito, via via che emergono nuovi elementi, si scriverà anche di questi. La diagnosi immediata e infondata è ben altra cosa. Il modo strumentale in cui il fatto viene presentato crea un’opinione pubblica su questo fatto, che è potenzialmente dannosa, alla vittima e a tutti i coinvolti, comprese le famiglie, per le quali non esiste rispetto.

    Speriamo davvero che accada qualcosa.

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