Che fare?

ragazza ad una manifestazione, ph © Laura Albano

Sono passati tre anni dalla diffusione del video Il corpo delle donne. In questi tre anni gli autori Lorella Zanardo e Cesare Cantù lo hanno presentato, a richiesta, in moltissime scuole sul territorio nazionale.

Da tutto quel lavoro, da quello scambio,  dalle richieste partite dai più giovani sono  nati il libro Senza chiedere il permesso e il progetto Nuovi Occhi per i Media.

In particolare da una domanda: “Scusi, ma ormai cosa si può fare?”, 

Il nuovo video  dà la parola proprio ai ragazzi e alle ragazze incontrati nelle scuole.

7 Pensieri su &Idquo;Che fare?

  1. bello e efficace. non credo sia però un problema riconducibile a un fatto generazionale… le categorie sociologiche mi sembrano sempre meno convincenti. credo piuttosto a una crisi sistemica.
    resta invariato l’apprezzamento su questo splendido video.

    • grazie per l’attenzione (e non è una formalità, dico in senso letterale) riferirò 🙂
      quanto alla crisi sicuramente la si può definire sistemica, ma non ti sembra determinata comunque da delle scelte?

  2. in primis hai un problema di legalità: l’ora!

    certamente determinate da delle scelte. o meglio da delle non scelte. un capitalismo finanziario che si sostituisce a quello produttivo non tiene in minimo conto lo sviluppo. un esempio nostrano: enrico mattei quando diventò presidente dell’eni costruì un intero villaggio, metanopoli. con l’intento di dare risposte sociali e di sviluppo ai propri dipendenti. possiamo discutere su certo paternalismo ecc, ma l’investimento era un altro. oggi no. chi paga di più è la crescita delle nuove generazioni.
    nessuno di noi, e nessuno prima di noi quando si è cercato il che fare ha chiesto il permesso. che è una parola d’ordine che mi piace. ed è inevitabile. solo che l’attualità è fatta da entità senza faccia.

  3. @efrem
    il suo commento mi provoca molteplici riflessioni che andranno ad arricchire il nostro percorso. Se ha tempo potrebbe spiegare “l’auttalità è fatta di entità senza faccia”? credo di capire ma vorrei approfondire. Grazie sin d’ora.

    • lorella innanzitutto complimenti per il lavoro.
      penso a tante facce… perché la faccia è importante. chi ce la mette e chi no. chi si assume un ruolo dovrebbe mostrarla.
      quella che il capitalismo finanziario nega e che quindi diventa un non interlocutore; quella dei politici nostrani e dei figuri annessi che di facce ne hanno quanto le circostanze. e quella di una generazione, assente inevitabilmente mi viene da dire perché manifestamente estranea a percorsi che pongono al centro una visione… quella roba che ha poi a che fare con le ideologie e la loro pratica. non è una colpa, certamente non di questi ragazzi. che forse davvero come cantava qualcuno, non hanno più santi né eroi. inevitabilmente succinto. e forse non molto chiaro… mi dica lei.

  4. quello dei volti è un tema che mi appassiona moltissimo. Se troverò tempo e denaro, vorrei fare un doc sui volti. Penso ai film di Pasolini ,grande filosofo dei volti, e penso che oggi faticherebbe a trovare visi che raccontino del mondo, come accadeva decenni fa.
    Non c’è riflessione su qs tema, tutto si basa su di una estetica slegata dall’etica.Ma cambierà in meglio, lo verifico nelle scuole giornalmente 🙂

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