Ondina se ne va

FOTO DI CHRISTINE BACHMANN

Con i tempi lunghi e pigri dell’estate vi invito a conoscere Christine Bachmann, una fotografa tedesca che ho scoperto grazie al prezioso photoblog di Marco Signorini.  Dal punto di vista del nostro blog appare particolarmente interessante  il lavoro Undine geht  (Ondina se ne va), in primo piano in formato sfogliabile,  in cui Bachmann ha ritratto donne e ragazze di varie età in una sorta di fusione con la natura.

Undine geht è il titolo di un racconto della scrittrice austriaca Ingeborg Bachmann (omonimia casuale o qualcosa di più?) che prende spunto dalla figura mitologica di Ondina. Il mito nella sua versione romantica (in senso storico-letterario) vuole che questa acquatica creatura possa conquistarsi un’anima solo attraverso il matrimonio,  scelta obbligata che la conduce poi ad un infelice destino di tradimenti e morte. La scrittrice I. Bachmann nel suo monologo le restituiva voce e consapevolezza di sé.  La fotografa C. Bachmann aggiunge a questa figura, con le sue immagini, un ulteriore  approfondimento prospettico.

Il racconto di I. Bachmann, originariamente parte della raccolta “Il trentesimo anno”,  è stato poi pubblicato accanto alla versione letterariamente più nota del mito di Ondina,  quella di F.  de La Motte-Fouqué (1811),  con un’introduzione di Lea Melandri che potete leggere qui.

8 Pensieri su &Idquo;Ondina se ne va

  1. Ahhh, non avevo mai capito che la sirenetta di H. Ch. Andersen era un’ondina romantica! mi sembra un bel paradigma della condizione femminile tradizionale: la sua soggettività acquista un senso (un’anima) solo se associata ad un uomo e al ruolo riproduttivo.
    Niente a che vedere con le Nereidi antiche (quelle con la coda di pesce, controparte iconografica femminile dei Tritoni) e con le Sirene antiche (quelle di Ulisse, che avevano il corpo di uccello e voci ammaliatrici). Loro avevano una vita totalmente indipendendente dagli umani, e nel secondo caso pericolosamente conflittuale. Ma un’alternativa medievale alla autosacrificale Ondina potrebbe essere la Melusina. Be’, scusate le divagazioni, le foto sono emozionanti, anche se un po’ troppo pittoriche?

  2. però nel Sonno dell’Ondina, almeno stando a Wikipedia, lei si prende la sua vendetta. Tra l’altro Lorelei, ondina del fiume Reno sembra più un’ammaliatrice come le sirene

  3. paola: non sono affatto divagazioni….e sì anche Andersen aveva dato il suo contributo, lui poi con il suo misogino miscuglio di colpa-espiazione pari solo al peggiore Lars von Trier mi fa venire l’orticaria!
    ti dirò che le foto non le vedo “troppo pittoriche”, nel senso che c’è un uso della luce e delle ombre che io trovo molto fotografico – non è un’illuminazione ricreata artificialmente come quella di certi quadri per dire, ma è còlta nella sua naturalità,
    Poi sul “troppo pittorico” che dire, è un difetto soggettivo…fino ad un certo punto la fotografia non esisteva e la pittura era quasi l’unico modo per raffigurare visivamente….per questo a me non dispiacciono quelli che vedo essenzialmente come rimandi alla storia dell’arte, almeno in linea di principio .

    paolo: beh però questo mi irrita ancora di più perché sono le due facce dello stereotipo, o santa-martire o strega…è la stessa cosa, la donna fa paura e viene esorcizzata con queste proiezioni, il risultato è sempre il disconoscimento della sua vera soggettività – la negazione dell’anima insomma….non so se mi sono spiegata.

    • sì credo di capire e sono anche d’accordo (però l’Ondina vendicatrice c’aveva le sue ragioni: aveva rinunciato all’immortalità per sir Lawrence e quello la cornifica!), erano un modo per esorcizzare la paura del femminile però le narrazioni mitologiche (non solo le Ondine e le Sirene) hanno una potenza e un fascino innegabile tanto è vero che sono state fonte d’ispirazione per dei capolavori artistici

    • su Von Trier.è un autore controverso, chi lo ritiene un geniaccio chi un furbastro chi un po’ l’uno e un po’ l’altro…aldilà delle fesserie che gli capita di dire nelle conferenze stampa, io di lui ho visto solo Dogville (ah..Nicole/Grace!) e Manderlay..devo dire che Dogville non mi è dispiaciuto solo che più che un film è un esperimento-provocazione che mescola teatro, letteratura e cinema. Fine della divagazione

  4. Mi ricorda l’esame più bello che ho dato in tutte le mie carriere universitarie, e cioè un seminario di storia della cultura tedesca con Uta Treder a Firenze inizio anni ottanta, di cui non ricordo il titolo ma il tema erano l’ Undine di Bachmann, la Lorelei di Heine, la Melusine di Theodor Fontane, la Fenitsjka di Lou Andreas-Salomè, ed altre, cioè il perturbante femminile nella letteratura tedesca. Mai divertita tanto a studiare.

    • MOLTO INTERESSANTE IL TUO RACCONTO.

      HAI PER CASO SEMPRE DEL MATERIALE SU MELUSINE IN ITALIANO ??
      E UNA FIGURA CHE MI AFFASCINA MOLTO E MI PIACEREBBE POTERNE LEGGERE PIU DI QUANTO NEL ROMANZO.
      GRAZIE PER LA TUA RISPOSTA.
      SALUTI
      EVA MARIA

  5. Tra l’altro poi Treder scrisse “Von der Hexe zur Hysterikerin” (“Da strega a isterica”) nel 1984, probabilmente basandosi anche su quel seminario. Sottotitolo: Storia dell’affermarsi dell’eterno femminino. Mai letto, ma se lo ritrovassi…

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