La lunga via

“Per millenni l’eroe-padrone ha relegato in cucina la creatività femminile, mettendone sottovetro le nudità. Corpi da godere e mostrare, muse a cui ispirarsi: anche la storia dell’arte è un’altalena di ludibrio e castrazione per l’altra metà del cielo…”

Nell’arte la donna oggi non è più solo musa, ma da poco tempo. L’asimmetria di genere è davvero superata?

Alcune interessanti riflessioni sul rapporto tra donne e arte in questo articolo uscito qualche tempo fa sulla rivista  insideart.

2 Pensieri su &Idquo;La lunga via

  1. Laura,

    prima di tutto grazie mille per il bellissimo articolo – l’ho salvato immediatamente nel mio archivio!
    Ciò che più ho apprezzato e condiviso è l’intervento di M. A. Trasforini a proposito dell’etichetta “arte delle donne” o “arte femminile”. Mi rendo conto che, in una cultura tracciata sul maschile, fondata su principi, esigenze, espressioni e potenzialità tutte al maschile, a volte si abbia voglia di rimarcare che lavori, opere, buone azioni o buona letteratura arrivi proprio dalle donne, sia fatta da e di donne. E’ una tentazione in cui a volte casco anch’io – prendiamola come segno di tenacia. 😉 Tuttavia, è assolutamente vero ciò che la docente afferma: ritagliare, incorniciare la cultura, in ogni sua forma, come femminile, rischia di screditarla perchè ne traccia i confini, che si trasformano molto facilmente in limiti – limiti di diffusione, di credibilità, di efficacia. La cultura è cultura, e ogni persona che contribuisce a produrne ne produce con le proprie caratteristiche – sesso e genere compresi – che la influenzano, ma non le determinano.

  2. Grazie a te Amedeo. Sicuramente è un fatto che il neutro non esiste, e la produzione artistica delle donne dal canto suo trae uno specifico dal fatto di essere emersa solo di recente: per cui la tendenza a “definirla”, incorniciarla come tu dice è forte. Ma anch’io vedo in questo un pericolo.

Lascia un commento