una foto di Cristina da piccola, da Someone to love
Cristina Nuñez, di cui avevo linkato tempo fa il progetto The Self-portrait experience sull’autoritratto come terapia, ha vinto il Premio Celeste 2012 (sezione video/animazione) con Someone to love. Una ricostruzione autobiografica attraverso gli autoritratti e altri materiali, con la voce dell’autrice che che accompagna le immagini.
“Fu allora che scoprii che quando riuscivo ad esprimere in un’immagine la mia disperazione, questa scompariva…”
Questa è proprio una cosa bella, da condividere e approfondire. non conosco cristina nunez ma il Premio Celeste sì. Vengono premiati giovani molto interessanti. m.
post interessante…come sempre..
bellissimoe commovente il video
la questione dell’autoritratto è presente in origine in ogni fotografo. può nascere da una qualsiasi casuale fotografia che ti hanno fatto quand’eri bambino. e ti sei riflesso. l’acquisita dimestichezza del mezzo permette di riflettercisi ulteriormente. con maggiore coscienza. sfrontatezza anche. ed è piuttosto facile che accada. la differenza poi esiste. non tutti si riflettono abbastanza. non tutti sprofondano. non tutti restituiscono efficacemente.
ma esiste un’altra differenza, ed è il motivo per cui non amo particolarmente la reiterazione del gesto… e che ha a che fare con la coscienza della visione artistica. con la sicurezza della manipolazione fino a farla diventare espressione. e questo prevede che lo sguardo si volti.
è un discorso lungo e complesso. problematico nello specifico.
monica, zefirina, volevoessere….grazie del feedback!
efrem: credo di capire cosa intendi, anche se la reiterazione può dipendere dal bisogno di continuare a cercarsi, non trovandosi.
Del lavoro di Cristina a me piace l’essere così diretto, così diverso da molte donne fotografe che si ritraggono filtrate da veli e specchi (comunque mi piacciono anche quelle).
ma se continuano a cercarsi e non lo restituiscono efficacemente resta un fatto loro. come succede alla stragrande maggioranza. convengo, soprattutto donne.
come diceva una certa Simone: non si nasce donna, lo si diventa. E a diventarlo si può durare una vita.
(https://unaltradonna.wordpress.com/2010/02/19/del-nascere-donna-o-divenirlo/)