Nan Goldin, “Jessika and Simon making love, Jessika coming” (2001)
Spesso risulta dalle chiavi di ricerca che qualcuno arriva qui cercando un certo tipo di foto, per cui ho deciso di postare una selezione di foto di quel tipo che a me piacciono particolarmente, e magari sono un po’ diverse da quelle – diciamo così – mainstream. Ribadisco che la scelta è assolutamente soggettiva, e quindi inevitabilmente parziale – so che scontenterò molti, tra l’altro non ho trovato nessun nudo maschile che valesse la pena (per me) postare – o son troppo scultorei-asettici o troppo hard.
Inizio con lo scatto sopra, di Nan Goldin, dove l’erotismo dell’atto è espresso dai volti ancor prima che dai corpi, e la luce del sole sembra sottolineare l’orgasmo di lei.
Ancora foto di coppia (molto più rare dei nudi singoli, chissà perché): questa foto che risale all’incirca a metà anni ’70 fa parte di una sequenza del fotografo Art Kane per il magazine Viva, che come già detto è stato una sorta di Playboy al femminile di breve durata: la sequenza vedeva i due amanti fare l’amore in varie posizioni in questo ambiente tra il quotidiano e l’onirico, alcune foto erano leggermente mosse per rafforzare l’effetto spontaneo e la luce diminuiva progressivamente a suggerire il trascorrere del tempo.
Dello stesso periodo qui un nudo femmile di una fotografa olandese, Sacha Van Dorsen. Nonostante la posizione richiami molto più il relax dopo lo sport che una seduzione ostentata, e nonostante come nudo sia piuttosto coperto (o forse proprio per questo) personalmente la trovo estremamente erotica.
Un altro seminudo molto meno solare e più esplicito ce lo mostra ad inizio anni ’90 la francese Bettina Rheims dal suo lavoro Chambre Close: foto basata sui contrasti – la luce che raddoppia l’ombra del sesso, il bianco della pelle e il nero dell’abito, la snellezza del corpo e la pesantezza del seno, la nudità e gli anfibi ai piedi.
Di segno ancora diverso la seminudità di Francesca Woodman, che moltiplica come in un’eco provocatoria reggiseni e calze ma volta poi le spalle a noi e alla macchina fotografica, isolandosi in un gesto autoprotettivo.
Con un salto temporale all’ indietro di qualche anno troviamo i close-up di Harri Peccinotti. Contrariamente alla moda attuale che prevede superfici corporee innaturalmente levigate a specchio, senza peli né pori, le sue foto puntavano molto sulle sensazioni tattili evocate proprio attraverso questi dettagli: e fanno molto riflettere su cosa possa mai essere una sessualità privata del tatto.
Alfred Stieglitz notoriamente fotografò in tutti i dettagli ed angolazioni la pittrice Georgia O’Keeffe sua moglie, e a me sembra che questa foto del 1919 ci dia proprio l’idea del suo “perdersi” nel corpo di lei. Anche se è fotografata solo una parte del corpo, priva di testa, non ne risulta una “oggettivazione”: piuttosto il soggetto nel suo mistero sembra guadagnare importanza e dominare chi guarda.
E finisco con l’ellissi narrativa del letto sfatto con forcine (1957) di Imogen Cunningham.
E’ un escamotage intelligente, Laura. Non solo, forse, permetterà di recupare qualche mente ancora attraversata da neuroni, ma nel frattempo consente a noi, tuoi lettori, di goderci opere come queste.
Una migliore dell’altra.
Pochi mesi fa, tra l’altro, ho visitato una mostra dedicata interamente a Georgia O’Keeffe a Roma: interessante.
gran belle foto
grazie a tutti e due!
Amedeo, sai che ho scoperto solo ora che c’è stata la mostra della O’Keeffe? mi sto appassionando al personaggio solo per la sicurezza di sé che il suo sguardo nelle foto ti trasmette, ho appena letto le memorie e se la mostra fosse stata ora sarei senz’altro andata a vederla.
Comunque a proposito del tema del post, se avete suggerimenti o altri link sono ben accetti (nella speranza che non mi censurino il blog!)
censurarlo sarebbe la vera oscenità
trovo tutte queste immagini molto sensuali (solo quello della van dorsen mi lascia un po’ estraneo). in effetti hanno in comune la tattilità. ed è incredibile osservare che hanno più volume di tutte le minchiate in 3d che si vedono. per non parlare appunto di levigamenti asfalta pori e tutto quanto…
Efrem, “levigamenti asfalta pori” è bellissimo!
lo scatto di Van Dorsen perde comunque un po’ per la piccola dimensione, avevo fatto una scansione più grande ma non la ritrovo…poi magari non ti piacerebbe lo stesso, ma se la ritrovo la sostituisco.
Già mi ricordo che qualche tempo fa una rivista (Panorama forse?) pubblicò foto in 3D con tanto di occhialini gadget…l’epoca delle passioni tristi, vien da dire.
first era la rivista, se non ricordo male. allegato appunto di panorama. io non mi ritrovo con tutta ‘sta levigatura… non mi ritrovo con ‘sta plastica… io insisto: la deriva digitale ha cambiato fisicamente la gente. ma tutti ‘sti pubi calvi? ricordo in giappone, mica tanto tempo fa, vendevano dei toupet pubici per fanciulle. che andavano a ruba. ora, mica sono un fanatico della foresta di sherwood, ma il passaggio del napalm mi disorienta di più.
il tutto ovvio si trascina tutto ciò che è umano, pori, nei ecc. va be’ i brufoli, ma tutto il resto?
😀
nella mia infanzia/adolescenza il triangolino nero era inequivocabilmente il segno grafico del proibito, persino Andrea Pazienza lo mise in una striscia dove rievocava i suoi primi turbamenti nell’intravedere la dirimpettaia nuda al balcone…
voglio dire, si sta parlando dei fondamentali (rif. sia a Pazienza che ad altro)
non ricordo se era col vertice alto o basso…
uhm …vado a controllare.
scherzi a parte, la questione è seria…questo blog nasce proprio da lì.
Quando il “rimosso” supera un certo limite ci si ferma a chiedersi cosa si stia veramente rimuovendo. Probabilmente ciò che c’è di più umano/animale – la morte. E si sente (si dovrebbe sentire) l’urgenza di riportarlo alla luce.
farò una danza macabra… fotograficamente parlando. so a chi proporla. non so se me l’accettano.
mi pare un momento molto indicato. Tienici informati!
prima della morte comunque mi pare venga rimossa l’individualità, notoriamente scomoda per governare e per vendere.
… a me piace la foto di Art Kane in cucina… , anche se non sono sicura che sia una cucina. come si fa a saperne di più su Viva? sembra che mi sia persa qualcosa di fondamentale da ragazzina! m.
monica, questo post su Viva lo avevi già visto immagino https://unaltradonna.wordpress.com/2012/02/23/are-you-ready/
non ho trovato molto altro, se cerchi in google c’è qualche altra immagine, anni fa ne ha parlato la femminista australiana Beatrice Faust in “Donne sesso e pornografia”, però liquidandolo a mio avviso superficialmente con la diagnosi che era durata poco perché le donne non erano interessate a stimoli sessuali visivi (mah)
La sequenza di Art Kane (grandissimo fotografo soprattutto di musicisti) era effettivamente ambientata in una cucina…purtroppo nel suo sito http://www.artkane.com/ non c’è: se trovo il tempo magari la riporto per intero, sempre sperando di non incappare nella censura.
Grazie Laura, ho cercato anche io ma in google non ho trovato granché, almeno non al primo giro un po’ superficiale. Appena ho tempo indagherò meglio. Teniamoci in contatto sulla questione! 🙂 ciao, m.
Bellissima la foto di Alfred Stieglitz di sua moglie Georgia O’Keeffe: semplicità, delicatezza ed eleganza, nella rappresentazione di questo meraviglioso nudo -per giunta lei naturale-, che rappresenta al meglio la femminilità.
http://devids.net/27/keeffe-nude.html Idem questo nudo…
ciao Thomasso KY, grazie dei commenti, anche se purtroppo il link sopra mi da “inesistente”…
Ah ok, allora provo con questi altri due link: in uno dei due Georgia è rappresentata con le braccia alzate dal petto in su, mentre nel secondo è rappresentata nuda; in entrambi viene accentuata la sua bellezza naturale.
http://nymag.com/arts/art/reviews/59249/
http://www.sfmoma.org/explore/collection/artwork/113892
Sono d’accordo anche sul discorso sul che cosa possa essere la sessualità privata del tatto: appunto sensazioni uniche, come quelle ad esempio che si provano toccando di un pube folto, o anche solo sfiorandolo. Purtroppo ai giorni d’oggi si tende ad avere un approccio freddo ed artificiale, poco naturale.
grazie! conoscevo quella con le braccia alzate, che è tra le mie preferite.
Quella con le braccia alzate è bellissima.