“Moltissime persone sono consapevoli che un certo fulgore può emanare dai visi e dai corpi, rendendoli belli… Alcuni lo considerano inseparabile dall’amore e dall’intimità, non percepito da un senso visivo separato, ma come facente parte del movimento o del calore di una persona intima. Altri possono vederlo nella sessualità di un corpo; altri ancora nella vulnerabilità o nell’intelligenza… La società limita severamente le descrizioni di questa luce, per impedire che assuma la forza di una realtà sociale… I Riti della Bellezza si offrono di rivendere alle donne un’imitazione della luce che è già loro… studiano il modo di illuminare i loro volti come se fossero fotografie riuscite sfocate.”
Naomi Wolf, “Il mito della bellezza”
Naomi teorizza qui l’industria della Bellezza come pura mistificazione, anzi vera e propria frode. Pubblicità, moda, cosmesi, rubano il Segreto di bellezza delle donne reali – la luce interiore – e lo rivendono, sintetizzato da artifici e luci di scena, a prezzo maggiorato. Suggestiva teoria, no? E’ un fatto che quando una donna sta bene dentro è bella in qualsiasi condizione di trucco e di luce, mentre se sta male non c’è artificio che riesca ad abbellirla.